mercoledì 24 settembre 2008

La Comunicazione per la Formazione


Ciao a tutti, scusate per il ritardo! Oggi parliamo di un particolare ambito della comunicazione di assoluta valenza sociale. Mi riferisco alla comunicazione che un “maestro” deve tenere per poter insegnare qualcosa un un suo “discente”. La comunicazione per la formazione è una comunicazione per obiettivi e la definizione della sua area d’azione è data dall’ampiezza delle finalità. Fare formazione è un'attività di facilitazione dell'apprendimento, che consiste nella capacità di creare le migliori condizioni possibili. In questa competenza rientra la capacità di comunicare efficacemente di cui noi ci stiamo occupando in questa serie di post. In questo contesto la relazione interpersonale assume un aspetto ambiguo: si pone sempre sullo scambio umano alla pari, ma attribuisce al ruolo dell’esperienza del formatore una posizione di responsabilità sul piano del passaggio di contenuti, comportamenti, valori, nei confronti del ruolo di chi apprende. Quindi il rispetto dei ruoli è fondamentale, così come la capacità di comunicazione integrata del formatore. Il contenuto della formazione deve poter agire su piani molteplici. La parte informativa, da sola è insufficiente. L’apprendimento basato su un processo intellettuale ha poche possibilità di qualificarsi come evento di cambiamento, se non è sorretto da una comunicazione che sa agire a livello emozionale ed esperienziale. In qualsiasi progetto formativo la relazione interpersonale rappresenta il nucleo fondamentale dell’attività, e deve proporsi quale supporto allo svolgimento dei processi finalizzati a quel triplice obiettivo definibile nei termini di conoscenze, comportamenti, atteggiamenti. I metodi che possono essere impiegati per raggiungere questo triplice obiettivo devono avere la forza di integrare le direttrici dell’apprendimento verso le tre sfere, in maniera equilibrata. L’aula è un contenitore, entro il quale si svolge il “teatro del sé”, in cui le persone devono sentirsi libere di esprimersi, dichiarare difficoltà, vivere i conflitti. Fuori di là c’è il mondo, che attende, come verifica, i risultati dell'apprendimento. L’unico giudizio consentito sarà sul livello di performance finale. La comunicazione formativa ha come requisito indispensabile la scelta della modalità di comunicazione più appropriata. Un’analisi dei migliori metodi di formazione e delle tecniche in essi contenute, può far decidere la strada da intraprendere ai formatori che vogliono svolgere il loro lavoro con competenza relazionale, cognitiva ed emozionale. All’interno del metodo si trovano racchiuse le tecniche di comunicazione più efficaci che faciliteranno il compito della formazione. Prima di scegliere un metodo di formazione, l’attenzione va rivolta ai reali bisogni degli allievi, ai requisiti che vengono richiesti in uscita, agli obiettivi e al cambiamento atteso. Il focus dell’attenzione è sulle persone, mai sull’ “effetto culturale”. Un bravo formatore deve portarsi dietro la sua preparazione tecnica, ma soprattutto l’arte del trasferimento dell’esperienza e la capacità di relazione, che passano attraverso il metodo che poi sceglierà di impiegare. Il counseling è un metodo di formazione che integra diversi metodi e tecniche allo scopo di sviluppare le doti relazionali indispensabili alla crescita di sé e delle persone che dovranno essere formate. Nella relazione d'aiuto fra un esperto formatore (counselor) ed una persona bisognosa di scoprire e/o riscoprire le proprie risorse (discente), il counselling implica la creazione di una relazione collaborativa motivazionale e di un clima appropriato per la costruzione di una prassi mirata al cambiamento. Attraverso lo studio dei principi dell'analisi transazionale, è possibile rendere immediatamente applicabili ed efficaci gli assiomi della comunicazione umana, coinvolgendo se stessi in un processo di apprendimento che permette di acquisire nuovi strumenti, operativi e non solamente teorici, per relazionarsi con il mondo esterno, in qualsiasi campo in cui ci sia una grande importanza nello scambio di comunicazione tra individui. La PNL è una metodologia che si basa sul principio che ogni comportamento ha una sua struttura che può essere cambiata. Ci sono vari campi nei quali la PNL è utile: la comunicazione, lo sviluppo delle capacità mentali manageriali, lo sviluppo delle capacità personali. E questi tre campi hanno, nella capacità di gestire il proprio comportamento in maniera finalizzata, il punto in comune con il bagaglio indispensabile al formatore. La funzione dell’accoglienza è l’incontro, la rassicurazione, la possibilità di relazione, che il formatore deve saper stabilire con i discenti. Il formatore accogliente non è mai giudicante, si pone sul piano relazionale in apertura, e offre le migliori condizioni per l’incontro. L’accoglienza sa indirizzare il riconoscimento del merito, sa premiare o consolare quando ci si trova davanti ad un fallimento, e sa aiutare a superare gli inevitabili ostacoli di tutti i processi di apprendimento. La componente normativa che il formatore deve possedere si mette in azione quando è necessario dare un ritmo al lavoro, esaminare i risultati, stimolare la dedizione all’apprendimento. La norma richiama all’ordine, ad una disciplina di sé che evita di cadere nella trasgressione, nel tentativo dannoso di disconoscimento dell’importanza del percorso formativo. Il formatore deve essere in grado di comprendere chi ha davanti, poiché nella vita relazionale troverà molti allievi, tutti diversi tra di loro. Il suo lavoro comprenderà l’abbattimento di barriere all’apprendimento, e quindi alla comunicazione, egli dovrà cercare di sciogliere quelle resistenze che si manifesteranno durante il percorso, rispettando la personalità dei discenti. La matrice di Gallup può essere utile per farsi un'idea della motivazione delle persone a partecipare alle attività formative, avendo come criterio il grado di soddisfazione che esse mostrano rispetto alle conoscenze possedute. I profili individuati sono il risultato della combinazione tra due direttrici: "quanto sono soddisfatto del mio livello di capacità" e "quanto mi ritengo capace di saper fare". Il presidiatore si caratterizza per un'alta soddisfazione sulle proprie capacità e un'alta consapevolezza di saper fare. Ha la tendenza a conservare e mantenere le proprie convinzioni con una certa ostinazione e ad avere comportamenti di distacco e conflitto nei confronti dei suoi interlocutori. Per il presidiatore "non c'è nulla che noi possiamo raccontargli che già non conosca". La strategia per catturare la loro attenzione consiste nel mettere in crisi, con domande garbate e con ironia, le loro conoscenze. Gli alieni si caratterizzano per l'accontentarsi di quel poco che sanno fare. La strategia per catturare la loro alienazione consiste nel diminuire il grado di soddisfazione sulla competenza, enfatizzando la rilevanza e l'importanza dell'argomento di cui si sta parlando. I "bevitori" si caratterizzano per la sensazione di saper fare poco e per la rabbia associata a questa sensazione. Hanno spesso ansia di apprendere e aspettative molto elevate nei confronti del docente. Si può dire che abbiano "fame" di conoscenza, e che provano indignazione quando le proprie aspettative non vengono soddisfatte. La strategia per catturare l'attenzione degli individui appartenenti alla categoria dei "bevitori" è comunicare dando molte informazioni, con molta disponibilità, approfondendo sempre, se richiesto, l'argomento trattato. I masochisti si caratterizzano per un'insoddisfazione di fondo sulle proprie competenze, che pur riconoscono essere molto buone. La strategia per catturare l'attenzione degli individui appartenenti alla categoria dei masochisti, consiste nel riconoscere la loro competenza in una data materia o su uno specifico argomento. É inoltre importante porgere l'informazione con empatia e con una buona dose di partecipazione emotiva. La formazione può essere vista come un processo comunicativo finalizzato all’apprendimento, quindi si tratta di un processo molto complesso, in cui sono presenti da un lato il docente e dall’altro il discente. Se il rapporto tra le parti è troppo sbilanciato, la comunicazione diventa poco efficace. Una delle situazioni più comuni, che potrebbe rendere la relazione problematica, si verifica quando esiste un rapporto troppo sbilanciato tra gli interlocutori. Se il formatore stabilisce una comunicazione ad una via e presta poca attenzione all’interazione, il suo diventa un monologo, dove i tentativi di interruzione vengono vissuti come disturbo. Le cause possono essere diverse, come ad esempio la scarsa empatia, la difficoltà di concentrazione, la bassa competenza relazionale, una certa inadeguatezza nei metodi di comunicazione utilizzati. L’effetto che si ottiene con questo approccio relazionale è l’ascolto passivo. L’ascolto passivo è causa di basso apprendimento o di errori di interpretazione, che possono generare distorsioni sia sul piano cognitivo che su quello comportamentale. Il formatore deve impegnarsi a stimolare l’ascolto attivo, e accertarsi che i messaggi vengano trasmessi all’allievo nel modo giusto. Domande, esercitazioni, osservazione del non verbale, stimoli emotivi e fisici, sono gli strumenti migliori per agire in tal senso. Il rischio di trasformare la comunicazione in una trasmissione monotona di informazioni è un’altra causa di poco coinvolgimento dell’allievo. Bisogna concentrarsi sulle proprie competenze linguistiche e paralinguistiche per essere in grado di trasformare il proprio pensiero in comunicazione efficace. Il cardine della competenza comunicativa è sempre la formazione, che necessita però di chiarezza e semplificazione per dare garanzie di ascolto. Il formatore deve essere un comunicatore creativo. Deve saper sperimentare, inventare soluzioni innovative, aprirsi a nuove frontiere sia nel metodo che nelle modalità relazionali. In questo modo egli sarà una fonte per i suoi allievi di intuizioni e ne stimolerà il pensiero creativo. Essere creativi significa uscire dagli schemi rigidi e soprattutto superare la mancanza di motivazione per innovare ogni volta e aprire la strada al cambiamento. Spesso chi è destinatario della formazione tende a spostare la comunicazione su un piano polemico, a causa delle proprie resistenze al cambiamento. Il rischio di conflitti è molto elevato, poiché anche il formatore può avere difficoltà a comprendere il vero significato di una specifica domanda o affermazione forte da parte dell’allievo, che può nascondere una provocazione o una sfida. Per evitare il conflitto, il formatore deve sottolineare sempre il rispetto dei ruoli, ancorando gli interventi alle proprie competenze e ai propri obiettivi. Concentrarsi sul proprio ruolo, cercando di evitare di mettere in dubbio le proprie capacità di riuscita, potrebbe essere un modo per aiutare gli allievi ad uscire dal piano polemico e a riconoscere i reali bisogni. Nella comunicazione formativa è determinante che il maestro gestisca gli aspetti della propria personalità in modo tale da contenere la relazione con il discente entro un assetto in grado di supportare l'apprendimento. Il formatore deve infatti porsi solo come tramite per la crescita dei discenti evitando di assumere atteggiamenti da protagonista che, se troppo evidenziati, rischiano di ridurre notevolmente le possibilità di espressione dei discenti. Il processo di apprendimento, e specularmente il processo di insegnamento, necessità del feedback, ossia di quelle informazioni che gli altri ci comunicano su quanto stiamo comunicando o facendo. Se la comunicazione è stata impostata in modo corretto, si assisterà a un feedback spontaneo, come ad esempio una richiesta di approfondimenti, oppure ad un intervento particolarmente creativo di un discente. Ciò significa che la comunicazione è bidirezionale, cioè che sta funzionando. Il caso contrario, cioè l'assenza di interventi da parte dei discenti, significa che qualcosa non va, e occorre "indagare" cosa sia. In questo caso sarà utile “forzare” il feedback dei discenti stimolandoli ad intervenire, a chiedere chiarimenti, oppure ricorrendo ad esercitazioni, test, domande di rinforzo. Il formatore deve lavorare individualmente su tutte le persone, e per ognuna di esse dovrà avere un quadro chiaro della situazione in uscita dal processo di apprendimento. Dall’analisi del feedback potrà ottenere informazioni sull’efficacia del percorso, correggere il tiro, eliminando o inserendo nuovi argomenti, o modificando il metodo e le tecniche. Guidando i discenti verso l'espressione del loro potenziale, il formatore vive a sua volta un’esperienza molto arricchente. La crescita professionale di una persona è un risultato che indica che la formazione è stata progettata e gestita nel modo appropriato. Aiutare i discenti a superare problemi, resistenze, a scoprire nuove possibilità, ad esplorare le proprie potenzialità o semplicemente ad apprendere nuove procedure o tecniche, può essere molto gratificante.

Nessun commento:

Fantastici corsi in internet marketing!!!

Soldi Denaro
Guadagnare Denaro su Internet e Creare Rendite con Google

Guadagnare
Fare Soldi e Guadagnare con BLOG e MiniSiti
Affiliazione
Vuoi Guadagnare? Iscriviti Subito al Programma di Affiliazione

Seduzione Sesso
Tecniche di seduzione rapida e comunicazione per ogni sesso

PNL Ipnosi
Raggiungi l'eccellenza con i segreti dei più grandi geni
Dieta Ebook
Dimagrire e Controllare il Peso con le Regole dei Magri Naturali

Borsa Opzioni
I segreti per Investire e guadagnare soldi nel Trading

Posizionamento Seo
La formula segreta per essere primi su Google Adwords
Comunicazione
Strategie per migliorare le relazioni e la comunicazione
AUTOSTIMA.NET: PNL E CRESCITA