mercoledì 15 ottobre 2008

I Modelli della Comunicazione – III° Parte – PNL e Analisi Transazionale

Per esprimere le proprie potenzialità comunicative occorre acquisire competenza nella gestione degli aspetti verbali e non verbali del proprio modo di comunicare. Inoltre è utile avere modelli di lettura degli aspetti che riguardano le dinamiche di rapporto tra gli interlocutori. In questo modulo conosceremo due modelli, la Programmazione Neuro-Linguistica, finalizzata alla gestione delle potenzialità comunicative, e l’Analisi Transazionale, finalizzata alla lettura delle dinamiche interpersonali. La Programmazione Neuro-Linguistica, o PNL, è una disciplina nata in California alla metà degli anni '70 grazie a Richard Bandler, e che prende spunto dalle basi teoriche della psicologia cognitiva, della cibernetica, della linguistica e della teoria dei sistemi. Si basa sul principio che ogni comportamento ha una sua struttura che può essere modellata, appresa, insegnata e modificata. La PNL prevede una serie di tecniche per organizzare le informazioni e le percezioni in modo da migliorare la propria capacità di comunicare in modo persuasivo e convincente. Il nome PNL fu scelto dai suoi creatori per indicarne in modo sintetico le componenti: Programmazione che indica il modo in cui si costruiscono sequenze comportamentali per ottenere risultati specifici; Neuro che indica che i comportamenti sono la parte evidente e osservabile dei processi neurologici; Linguistica che indica che i processi neurologici e i comportamenti sono codificati attraverso il linguaggio. Secondo la PNL l'essere umano, a differenza del computer, è anzitutto un "sistema per la produzione di senso". Gli individui "fabbricano senso" nei termini di significato e relazione: ovvero, cosa significa una certa esperienza e cosa fare in relazione ad essa.Ognuno di noi, attraverso le proprie percezioni sensoriali, crea una propria realtà soggettiva. Per esempio, possiamo supporre che di fronte a un cane tutti vedano un mammifero a quattro zampe (realtà oggettiva) ma ciascun osservatore associ a queste percezione le sue personali informazioni ed esperienze (realtà soggettiva): il cane è un pericolo, il cane è un aiuto nelle battute di caccia, il cane è un compagno di giochi. La PNL non si propone di essere utilizzata come forma di coercizione, bensì come strumento per ottimizzare le relazioni umane (relazioni “win-win”). Gli strumenti della PNL, proprio per la loro potenza ed efficacia, sono stati ideati secondo modalità “ecologiche”, devono essere cioè prive di conseguenze negative per le persone coinvolte nella relazione. Riassumiamo i principi della PNL: il rispecchiamento; i sistemi rappresentazionali; la comunicazione non verbale; i livelli logici; i metaprogrammi; il metamodello. Il rispecchiamento è il procedimento mediante il quale si imitano volutamente alcuni aspetti del comportamento del proprio interlocutore (gestualità, postura, respirazione, parole ecc.) al fine di aumentare rapidamente il livello di “rapport”, ossia di empatìa (fiducia, comprensione, disponibilità). Ad esempio se il mio interlocutore si toglie la giacca e si siede accavallando una gamba, anche io mi tolgo la giacca e assumo la stessa posizione sedendomi. Il sistema rappresentazionale è il canale attraverso il quale ciascuno si rappresenta mentalmente le informazioni.
I sistemi rappresentazionali sono basati sui sistemi percettivi: visivo (vista), uditivo (udito), cinestetico (sensazioni corporee), olfattivo (olfatto), gustativo (gusto). Ogni persona ha il suo sistema rappresentazionale dominante, quello cioè che preferisce utilizzare per acquisire o recuperare informazioni. I livelli logici sono credenze, valori e identità. Se non si sa dov’è posto il bersaglio non si può scagliare la freccia sperando di far centro. È utile allora seguire delle regole per raggiungere un obiettivo in maniera organizzata: in tal modo sarà possibile anche capire qual è la propria “mission”, andando oltre le credenze e acquisendo maggiore consapevolezza della propria identità. I metaprogrammi sono degli schemi interni di riferimento di cui gli individui si servono in modo consapevole per organizzare l’esperienza.Le esperienze quindi passano attraverso filtri sensoriali, comportamentali, sociali e culturali, sostanziandosi in una personale “mappa del mondo”, incanalando così il pensiero in solchi che il proprio ragionamento tende a seguire: riconoscere i metaprogrammi altrui permette di utilizzare le stesse tracce di pensiero, facilitando la relazione comunicativa.Ecco un esempio di metaprogramma di un’esperienza: sono nella biblioteca a sedere comodamente sulla poltrona, è pomeriggio e rimarrò qua un paio di ore (contesto). Sto leggendo un libro che mi piace (comportamento). Di solito leggo velocemente, ma adesso lo faccio lentamente e intercalo degli spazi di riflessione per assimilarne i contenuti, cogliere nella sua complessità la visione dell’autore e ricreare nella mia fantasia ciò che descrive (capacità). Quello che sto facendo mi procura piacere, interesse (convinzione). E’ un momento di crescita personale (valore). Sono una persona che ha curiosità verso il mondo (identità). Il metamodello è lo strumento linguistico di precisione. Il linguaggio porta spesso in vicoli ciechi: le sue trappole si chiamano generalizzazioni, cancellazioni, deformazioni della realtà. Il metamodello insegna proprio a scardinare quei costrutti linguistici ambigui, contribuendo al processo di cambiamento e di comprensione.
L'Analisi Transazionale è stata fondata da Eric Berne negli anni '50. Attraverso i suoi principi è possibile rendere immediatamente applicabili ed efficaci gli assiomi della comunicazione umana, coinvolgendo se stessi in un processo di apprendimento che farà acquisire nuovi strumenti, operativi e non solamente teorici, per relazionarsi con il mondo esterno alla ricerca di una comunicazione più consapevole. Secondo l’Analisi Transazionale l’individuo affronta la realtà attraverso tre diversi stati dell’Io: Genitore, Adulto, Bambino. Tali stati si manifestano come insiemi di azione-reazione nel processo di relazione con altri individui. Lo stato dell’Io Genitore comprende tutti i comportamenti appresi dall'ambiente esterno, e soprattutto dai genitori anagrafici. Ad esempio l'insieme delle proibizioni e delle imposizioni ricevute durante l'infanzia. Lo stato Genitore rappresenta la vita come apprendimento e possiede aspetti negativi e positivi, secondo 4 categorie:
- Il Genitore Normativo (GN), che imita comportamenti autoritari, utilizza intimidazioni al posto di consigli
- Il Genitore Affettivo (GA) che utilizza atteggiamenti positivi e di supporto legati alla norma, alla regola della vita comune, nel rispetto di sé e del mondo circostante
- Il Genitore Persecutore (GP), che esercita potere per compiacere un suo bisogno soggettivo
- Il Genitore Salvatore (GS), che incentiva il rapporto di dipendenza nei propri confronti.
Lo stato dell'Io Bambino raggruppa i comportamenti emotivi dell'uomo, sia che dimostrino sottomissione, sia ribellione. Anche nello stato Bambino ritroviamo comportamenti che riportano all'infanzia e alle emozioni risultanti dal confronto con i genitori anagrafici e con l'ambiente esterno. Allo stato dell’Io Bambino corrispondono quattro classificazioni:
- Il Bambino Adattato (BA) presenta atteggiamenti di rispetto delle norme, senza alcuna interpretazione di esse
- Il Bambino Libero (BL) è la posizione dell'Io che lascia libere le emozioni
- Il Bambino Ribelle (BR), incarna la trasgressione alle norme e alle regole del vivere sociale
- Il Bambino Sottomesso (BS) si comporta con mitezza ed eccessiva subordinazione.
L'Adulto è un insieme di pensieri, sentimenti e comportamenti coerenti con la situazione che si sta vivendo (luogo e momento, qui ed ora). Con lo stato dell'Io Adulto indichiamo la nostra capacità di elaborare continuamente nuovi dati, senza necessariamente fare ricorso a vecchi schemi e risposte incamerate nel nostro Genitore o Bambino. L'Adulto è la nostra capacità di autoprogrammarci, di assumerci le responsabilità delle nostre scelte e delle nostre relazioni. L'Io di ognuno è quindi composto da questi tre differenti stati, il Genitore (G), l'Adulto (A) e il Bambino (B), che costantemente si mostrano all'esterno attraverso specifiche parole, tono della voce, gesti, espressioni, postura, atteggiamenti, ovvero quelle che vengono chiamate le funzioni operative di ogni stato dell'Io. Ogni volta che si comunica con gli altri questi stati si alternano e si incrociano dando diversi significati alla comunicazione. Conseguenza dell’azione dei diversi stati dell'Io, che si mettono in campo in una relazione, è la “transazione”, ossia lo scambio relazionale. L’Analisi Transazionale analizza le possibili transazioni e le classifica in transazioni complementari e transazioni incrociate. Noi siamo al centro dell'universo di scambi con il mondo esterno, gli altri si rapportano a noi a partire dallo stato dell'Io complementare al nostro. Se osservo lo stato dell'Io che percepisco nell'altro comprendo lo stato dell'Io da cui provengo. Le transazioni complementari avvengono quando i vettori transazionali sono paralleli e lo stato dell'Io che risponde è quello cui ci si rivolge. Ecco dei dialoghi di esempio di comunicazione basata su una transazione complementare, tra due stati dell'Io Genitore <<>> . Ed ecco un altro esempio di transazione complementare, però tra Adulto e Adulto <<>>. Nella transazione incrociata i vettori transazionali sono incrociati. Lo stato dell'Io cui ci si rivolge non è quello che risponde. Ecco un esempio di transazione incrociata tra Genitore e Adulto <<>>. L’Analisi Transazionale è un modello molto complesso di comunicazione, che ha prodotto un metodo per la comprensione e risoluzione di problemi relazionali e di comunicazione. Analizza il linguaggio non verbale, la strutturazione del tempo della comunicazione, secondo l’esistenza di un copione, ossia di un piano di vita che determina le posizioni esistenziali con le
quali si vive, si giudica il mondo e ci si relaziona con se stessi e con l’ambiente.

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